La Cattedrale

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storia e struttura

Le origini

Le prime evangelizzazioni del territorio di Gaeta risalirebbero all’apostolo Paolo. A Formia la tradizione indica per il 2 giugno dell’anno 303 la morte del vescovo di Antiochia, Erasmo. Al martire viene riservata una degna sepoltura nel cimitero romano della città ad opera del Vescovo Probo.

Il culto del martire Erasmo cresce nel corso dei secoli anche attraverso descrizioni letterarie in parte fantastiche. Dopo la soppressione della diocesi di Minturno (590) e l’annessione del territorio al vescovato di Formia, si deve registrare, per ragioni di sicurezza, il trasferimento della sede vescovile da Formia nell’estrema penisola di Gaeta.

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I principali patroni di Gaeta e della sua diocesi

S. Erasmo, vescovo di Antiochia, è martirizzato sotto Diocleziano con inenarrabili supplizi. I testi agiografici tardi ci narrano anche dell’eviscerazione. Nei secoli successivi viene eletto a protettore dei marinai e il suo culto si diffonde in buona parte del Mediterraneo.

S. Marciano, vescovo di Siracusa, rientra nei martiri dei primi secoli del cristianesimo. I marinai di Gaeta acquistano l’urna con le reliquie del santo in Patrasso per trasferirle in cattedrale.

Sant Erasmo San Marciano - La cattedrale

La cattedrale nel medioevo

La chiesa tardo medievale, divisa in sette navate, è sorretta da 6 file di colonne romane, oggi ancora in parte visibili.

Nella basilica viene incoronato papa Gelasio II (1118-1119) al secolo Giovanni Coniulo, monaco di Montecassino originario di Gaeta. Il benedettino tra il 1078 e il 1088, scrive una Passio relativa a S. Erasmo, pietra miliare per i testi agiografici del martire.

Tra il 1148 e il 1279 viene costruita la straordinaria torre campanaria che mostra numerose contaminazioni artistiche occidentali con elementi islamici. Il campanile, costruito nei pressi del mare, a contatto con la cinta muraria ducale, rientra tra le architetture “passanti”: la scalea monumentale permette di accedere nel duomo. Il campanile a pianta quadrangolare, è alto 57 metri, mostra un basamento con arco gotico, tre celle e un torrino ottagonale. Il primo livello viene realizzato con blocchi romani e medievali, non a caso si possono leggere diverse epigrafi sulle facciate e ammirare numerosi fregi di varia epoca.

Nelle scale di accesso, sopra due sarcofagi, sono posti due bassorilievi trapezoidali con le storie di Giona, probabili transenne di un pulpito della cattedrale.

Il campanile di Gaeta è uno dei pochi che viene terminato con un elemento ottagonale e quattro piccole torri cilindriche coperte da cupole, il tutto decorato con scodelle in terra cotta smaltata.

Entrando nella Basilica, attualmente si scorgono una serie di suppellettili del Duecento: il candelabro per il cero pasquale, resti di amboni, transenna, pavimenti cosmateschi, ecc. Il candelabro pasquale, il più grande del Medioevo, si data probabilmente alla fine del secolo XIII e va abbinato ad un imponente pulpito da cui, la notte di Pasqua, si srotolava uno degli Exultet oggi al Museo Diocesano. Il candeliere pasquale di Gaeta, alto metri 3,50, una vera e propria colonna onoraria, è diviso in quarantotto formelle: metà raccontano le “gesta Christi”, metà la “passio” di S. Erasmo. Enigmatico è il gruppo scultoreo porta leggio con un uomo barbuto, con un serpente avvinghiato al corpo, con sulla testa un’aquila e sotto i piedi un leone che ha sotto di sé un cane o un agnello (simbolo della salvezza dell’uomo attraverso la parola di Dio). Al di sotto dell’area presbiteriale è murato ciò che resta di una separazione con figure a rilievo (sec. XIII).

Le trasformazioni barocche

 

La devozione al culto del santi protettori porta all’ampliamento del duomo e alla costruzione di una straordinaria cripta per riporvi nel 1620 le reliquie dei santi Erasmo, Marciano, Probo, Casto, Secondino ed Eupuria, mentre i resti di Albina vengono deposti nell’altare maggiore. La cripta o Succorpo viene interamente progettata e realizzata dai marmorari della famiglia Lazzari, i quali utilizzano innumerevoli marmi policromi per gli intarsi delle pareti e coinvolgono il pittore romano Giacinto Brandi per la decorazione delle volte e della pala d’altare. La cappella viene dotata di statue e decorazioni argentee (oggi disperse) e di un imponente cancello in bronzo nel 1701. Tra la fine de Seicento e tutto il Settecento anche l’altare maggiore del duomo viene nobilitato e decorato in marmi con intarsi policromi.

Cripta - La Cattedrale

La riduzione neoclassica e l’elevazione ad Arcidiocesi

 

Tra il 1788 e il 1793 si effettuano una serie di lavori con il supporto dei Borbone, procedendo al salvataggio del debole edificio medievale. Le colonne vengono inglobate in pilastri, le navate vengono ridotte a 3 con l’aggiunta di cappelle laterali; si salva dalla manomissione almeno una navata che mostra tutt’ora affreschi quattrocenteschi.

Nel 1848, a seguito dei moti rivoluzionari, il Papa Pio IX (1846-1878) si rifugia in Gaeta. Nel corso della permanenza in città il Pontefice stabilisce numerosi privilegi per Gaeta, tra questi eleva la sede vescovile ad Arcivescovado (31 dicembre 1848) e lascia diversi cimeli in cattedrale,oggi esposti nel Museo Diocesano.

Nel 1860-’61 nel corso dell’ultimo assedio alla città di Gaeta, estremo lembo del regno borbonico, il re Francesco II stabilisce che gli eroi caduti in quell’occasione potessero essere sepolti nel duomo: successivamente si realizzano una serie di tombe monumentali oggi disposte in un’unica cappella.

Le ultime vicissitudini

 

Nel 1903 iniziano i lavori per il pronao e l’attuale facciata monumentale in stile neogotico. L’8 dicembre 1904, a 50 anni dalla proclamazione del Dogma dell’Immacolata Concezione, si installa sulla cuspide centrale una statua della Madonna Immacolata, ma i lavori di completamento terminano molti anni dopo.

I danni della seconda guerra mondiale vengono recuperati con lavori del Genio Civile terminati nel 1950. Il 17 ottobre 1962 si ferma in preghiera in cattedrale il cardinale Giovan Battista Montini, futuro Papa Paolo VI (1963-1978). Il 25 giugno 1989, papa San Giovanni Paolo II (1978-2005) visita la cattedrale e parte della diocesi, dichiarando Gaeta “città di Maria, città dell’Immacolata”.

Va segnalato un ultimo restauro del duomo, terminato nel 2014, che rimette in luce parte delle colonne romane della chiesa medievale.