Esplora la Cattedrale

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Benvenuto in Esplora la Cattedrale: un approfondimento per scoprire le ricchezze artistiche e storiche della millenaria Basilica di Gaeta

Basilica Cattedrale Gaeta veduta

La Facciata neogotica

La Basilica Cattedrale mostra una facciata neogotica costruita a partire dal 1903. La cuspide centrale termina con una statua dell’Immacolata. Dietro la facciata è il pronao che conduce all’interno. Le tre navate sono sostenute da ampi pilastri in muratura con all’interno le colonne romane che sostenevano l’antica chiesa a sette navate. Con gli ultimi lavori è stata messa in evidenza parte dell’arredo liturgico e delle decorazioni medievali.

La guida centrale forma un tappetto in stile cosmatesco che anticipa le decorazioni dell’area presbiteriale.

Basilica Cattedrale Gaeta facciata

Interno della Cattedrale

Cero pasquale e ambone con marmi esplora la cattedrale
Transetto Altare Sarcofago romano esplora la cattedrale

Davanti l’ambone è Il lettorino (sec. XII), pertinente uno dei due pulpiti: la scultura rappresenta un uomo barbuto con un serpente avvinghiato al corpo, con sulla testa un’aquila e sotto i piedi un leone che ha sotto di sé un cane o un agnello. La scultura enigmatica si ascrive alla simbologia della salvezza dell’uomo dalle miserie terrene ed è da rapportare al testo evangelico posto al di sopra.

Sin dal medioevo vicino al pulpito è collocato il candelabro per il cero pasquale (sec. XIII). Il candeliere viene idealmente diviso dallo scultore, orizzontalmente in dodici livelli narrativi, e verticalmente in quattro fasce: da qui le quarantotto formelle. Il ciclo narrativo è diviso in due parti di ventiquattro scene ciascuna. Le due file verticali (verso l’assemblea) narrano le gesta Christi, attraverso i Vangeli canonici e apocrifi; le altre due file (verso l’altare) descrivono la passio di S. Erasmo.

Della Cattedrale medievale si conserva parte della transenna o iconostasi con figure evangeliche e mitologiche a rilievo (sec. XIII). Le decorazioni cosmatesche riquadrano il grifone, l’angelo con il libro aperto (S. Matteo), l’aquila (S. Giovanni), la sirena con due code. Completavano la transenna altre quattro formelle oggi presso il Museo Isabella Stewart Gardner di Boston: il cervo, il leone alato (S. Marco), il toro (S. Luca) e il basilisco.

Salendo sul transetto si incontrano, a sinistra, l’altare in marmi policromi (sec. XVIII-XIX) dedicato alla Madonna Immacolata con a lato il piccolo sarcofago romano strigilato sorretto da leoni stilofori che contiene le reliquie di S. Casto, S. Secondino e S. Eupuria.

Nel transetto destro è l’altare in marmi policromi (sec. XVIII-XIX), dedicato a San Giuseppe, mostra un olio su rame: la Crocifissione con la Madonna, San Giovanni e la Maddalena; tale opera, tra le ultime dipinte da Sebastiano Conca (1680-1764), presenta la firma “Eques Conca fecitaetatissuae 84”. Sotto questo altare è il grande sarcofago romano utilizzato nel Seicento per conservare l’urna con alcune reliquie di Santi.

A lato è il piccolo sarcofago romano particolarmente decorato e sorretto da leoni stilofori che contiene le reliquie di S. Probo e S. Innocenzo, nella medesima urna erano i resti di S. Erasmo (oggi nel busto reliquiario venerato in cripta).

L’altare per le celebrazioni è realizzata con il sarcofago strigilato che conteneva alcune urne con le reliquie. Sospeso sulla mensa è il Crocifisso sagomato del maestro Giovanni da Gaeta (seconda metà sec. XV).

A destra della mensa troviamo la cattedra episcopale: un “pastiche” di decorazioni medievali ad intreccio abbinate ai resti di un pavimento cinquecentesco; al di sopra è un angelo annunziante di Domenico Gagini (1420-1492).

Coro esplora la cattedrale

Dietro la mensa eucaristica è il coro ligneo barocco con in fondo l’altare maggiore in marmi policromi ad intarsio; a pala è una Madonna con bambino e i sette arcangeli del sec. XVI.

La Cripta

Dalle navate laterali si accede alla cripta o succorpo. Nel 1619 viene dato mandato di progettare e decorare la cappella a Giacomo Lazzari (1574-1640), tra i più attivi marmorari barocchi residenti a Napoli. Il 9 aprile 1620, a lavori non ancora ultimati, si procede a posizionare le reliquie sotto l’altare. Nel 1644 viene stipulato un contratto con Dionisio Lazzari (1617-1690) per proseguire il lavoro del padre. I dipinti e gli stucchi sono di Giacinto Brandi (1621-1691), il quale tra il 1662 e il 1664 rappresenta nelle tre specchiature centrali: Dio Padre con cherubini, al centro la Gloria di S. Erasmo e la Gloria degli altri martiri sepolti nel Duomo: Eupuria e Albina, Casto e Secondino, Marciano, Innocenzo e Probo; nelle vele descrive le Virtù morali proprie del Santo: dalla vela sinistra più vicina al cancello la prima virtù è la Modestia; a seguire la Prudenza, la Fede, la Carità e l’Eternità; proseguendo dalla vela destra vicina al cancello, Brandi rappresenta la Divinità, la Sapienza, la Fortezza, l’Umiltà e la Penitenza.

Sopra i timpani delle nicchie sono quattro ovali dipinti: a sinistra un melograno con il motto HINC. CLARIVS. FIO. (divento più celebre); l’altro ovale sinistro è perduto; a destra l’orizzonte del mare con il sole al tramonto e il cartiglio [OCCIDIT] VT ORIATVR (tramonta per poi risorgere); l’ultimo ovale presenta un leone che arretra di fronte a due mani che tengono un velo bianco con VIS OMNIS HEBET (= HABET, con tutta la forza). Nel presbiterio erano posizionate le statue argentee dei Santi a partire da quella di S. Erasmo; tra il 1695 e il 1724 ogni nicchia viene dotata di un simulacro. Nel 1749 viene realizzato un paliotto in argento sbalzato con storie della vita del Santo Patrono. Purtroppo Ferdinando IV di Borbone nel 1798 requisisce tutti gli argenti ad esclusone delle effigi dei Santi Erasmo e Marciano; queste ultime vengono trafugare nel 1980/’81. I due busti nelle nicchie, di recente fattura, contengono le reliquie dei due Santi.

Cripta matrimoni Cattedrale Gaeta

Le navate laterali

Le navate laterali presentano alcune cappelle finemente decorate.

Entrando in chiesa la prima cappella sinistra è dedicata alla Madonna del Carmelo con un altare in marmi policromi (sec. XVIII) e a pala una immagine della Madonna con San Carlo Borromeo, S. Pio V, San Lorenzo, San Filippo Neri e San Gennaro, olio su tela firmato da Sebastiano Conca (1680-1764); sulla parete sinistra Deposizione (sec. XVII); sulla parete destra Angelo e Tobia di Agostino Beltrano (1607-1656).

La seconda cappella sinistra è dedicata al Santissimo Sacramento, con altare in marmi policromi (sec. XVIII); sul tabernacolo un Crocifisso della scuola di Alessandro Algardi(1595-1654); nella cimasa il Padre Eterno benedicente tra una gloria di angeli, olio su rame attribuito a Sebastiano Conca (1680-1764); sulla parete sinistra Assunzione di Maria di Girolamo Imparato (1550-1621); sulla parete destra Adorazione dei Magi di scuola napoletana (sec XVI); le lampade al Sacramento sono sostenute da due candelabri in bronzo con alla base l’effigie di S. Erasmo e lo stemma della famiglia Laudato

La terza cappella è dedicata a San Filippo Neri con un altare in marmi policromi (1767), dono della famiglia Rogano; a pala vi è una Madonna con Bambino e S. Filippo, olio su tela attribuito a Filippo Conca (1748-1838); sulla parete sinistra Immacolata con S. Rocco e S. Sebastiano (sec. XVII); sotto fregio romano con Menadi (sec. III-IV); sulla parete destra Annunciazione di Claudio Ridolfi (1570-1644); sotto è il frammento del sarcofago dell’Arcivescovo di Rossano Calabro, Bartolomeo Gattola (+ 1400) e dei Vescovi di Caiazzo, Bartolomeo Gattola(+1390) e Giovanni Gattola (+ 1394); più in basso è il coperchio del sarcofago del Vescovo di Gaeta Francesco Gattola (1321-1340).

Entrando in chiesa la prima cappella destra è dedicata a San Bernardo con un altare in marmi policromi (sec. XVIII) che non presenta una pala, ma la nicchia lasciata aperta favorisce la lettura della chiesa medievale sostenuta da colonne e presenta un croficisso ligneo dono di San Alfonso Maria de Liguori; nella cimasa della cornice marmorea sono scolpiti gli attributi di san Bernardo: la mitria, il pastorale e il libro; sulla parete sinistra Le tre Marie di Gennaro Ruo (1812-1884); sulla parete destra Pietà di Saverio dell’Abbadessa (1827-1882 ca.).

La seconda cappella è dedicata a Santa Caterina d’Alessandria, con un altare in marmi policromi (sec. XVIII); Santa Caterina d’Alessandria, olio su tela firmato da Andrea Vaccaro (1600-1670); nella cimasa la ruota, strumento del martirio della santa; sulla parete sinistra Flagellazione (sec. XVI); sulla parete destra Madonna con Santi Domenicani di Sebastiano Conca (1680-1764); la cappella contiene numerose reliquie in prestigiosi elementi architettonici.

Lo spazio successivo mostra i monumenti funebri con i resti mortali dei caduti nell’assedio di Gaeta del 1860-’61.Il primo sulla sinistra è dedicato al Tenente Colonnello Paolo De Sangro (30 giugno 1820 – 5 febbraio 1861), Principe di San Severo. A seguire l’epigrafe del Tenente Gen. Francesco Ferrari (1 aprile 1797 – 4 febbraio 1861); sotto l’iscrizione dedicata ai canonici della Cattedrale che persero la vita nel corso dell’assedio e negli anni successivi; oltre ai canonici Criscuolo e Notarianni, nello stesso loculo sono sepolti anche il Tenente Generale Francesco Traversa (3 luglio 1786 – 5 febbraio 1861) e il confessore della regina Maria Sofia, l’abate Eichollzer; sotto un’altra iscrizione del Comune di Gaeta. Più avanti è l’edicola del Tenente Colonnello Matteo Negri (21 giugno 1818 – 29 ottobre 1860). Nella parete di fronte sono i monumenti funebri dedicati al Generale Riccardo De Sangro (20 luglio 1803 – 5 febbraio 1861) e al Generale Emmanuele Caracciolo Duca di San Vito (16 luglio 1805 – 12 dicembre 1860).

In fondo è il Fonte Battesimale dono di Ferdinando IV di Borbone alla Cattedrale, in stile neoclassico (sec. XVIII-XIX): sulla vasca è scolpito il Battesimo di Gesù, sulla base sono le Virtù Teologali, questa scultura sostituisce l’antico fonte, un vaso greco neoattico (I sec. a.C.) dello scultore Salpione l’Ateniese, oggi presso il Museo Archeologico Nazionale di Napoli; dietro il fonte è il Martirio di Santa Caterina di Gaetano Forte (1790-1871).

A lato sinistro del fonte si accede nella navata antica che mostra una sequenza di colonne, archi e volte dell’antico Duomo medievale, sorretto da colonne e altri materiali di spoglio provenienti da costruzioni romane; gli affreschi delle volte si datano ai secoli XIV-XV; all’interno sono depositati temporaneamente reperti di diverse epoche storiche, in corso di studio e musealizzazione; sull’arco di accesso è un’aquila da leggio (sec. XIII) pertinente un pulpito.

Torre campanaria

All’esterno della chiesa, sul lato mare, si erge l’imponente torre campanaria alta 57 metri (1148 – 1279). Il campanile, opera eccezionale nel panorama architettonico medievale, mostra i caratteri romanici in simbiosi con elementi tardo romani, unisce definizioni cristiane con le architetture islamiche.


La torre a pianta quadrangolare, presenta un arco gotico (attraverso il quale si accede in chiesa), tre celle e un torrino ottagonale. Il primo livello viene realizzato in blocchi di calcare provenienti da edifici romani del territorio, senza escludere costruzioni medievali. Per meglio decorare l’antico accesso, vengono usati pilastri e colonne, oltre a due sarcofagi strigilati romani (prima metà III sec. d.C.) e due bassorilievi trapezoidali con le storie di Giona.

Tornando alla facciata, completano il prospetto del primo registro, due leoni accovacciati di derivazione romanica.

I livelli successivi presentano bifore, una per ogni lato, con archi tondi sorretti da colonne, basi e capitelli di spoglio. Lungo il prospetto vi sono una serie di mensole che fungono da marca piano.

I prospetti sono arricchiti con motivi decorativi di archi sovrapposti e cornici concentriche in mattoni e scodelle rossee verdi.

Completa l’edificio un torrino ottagonale con quattro piccole torri cilindriche coperte da cupole.

La cuspide è decorata con archetti sostenuti da colonninecon capitelli a stampella. Tra gli archetti sono presenti losanghein cotto e scodellesmaltate, bacili ceramici colorati monocromi o decorati condisegni di piante e di animali.

A breve il campanile sarà visitabile.

Campanile - Esplora la Cattedrale Gaeta

Nel 1666 viene posta di fronte all’ingresso del succorpo una lapide con lo stemma cittadino, quale ex voto al Santo Patrono che dieci anni prima aveva preservato la città dalla peste.Tra il 1699 e il 1700 si spendono 6.000 ducati per realizzare il cancello in bronzo con decorazione a finto legno, quasi a sigillare il prezioso scrigno di arte e di fede. Sul prezioso cancello, oltre ad essere scolpita all’interno e all’esterno l’effigie del Santo Patrono Erasmo, vi sono gli stemmi comunali a sottolineare il patronato sulla cappella da parte della città di Gaeta.