Luca Wadding, teologo e storico francescano, scrisse: “Valde locum hunc dilexit Franciscus” ( Francesco amò molto questo luogo).
Era l’anno 1222 quando San Francesco d’Assisi dimorò a Gaeta e il tempio a lui dedicato ne è la più grande testimonianza.
La costruzione del tempio fu fortemente voluta dal Re Carlo II D’Angiò – molto legato ai francescani – e fu terminata intorno al XIV secolo.
La chiesa gotica era composta da una grande navata centrale con sei campate caratterizzate da volte estradossate e da due navate laterali e fu abbellita nel corso dei secoli da numerose opere d’arte di importanti artisti tra i quali si annoverano Girolamo Imparato, Francesco Solimena, senza dimenticare l’affresco quattrocentesco (staccato dall’annesso convento) raffigurante la Pietà ed attribuito al pittore Giovanni da Gaeta, oggi tutte custodite presso il Museo Diocesano di Gaeta.
Con l’invasione francese e la conseguente soppressione degli ordini religiosi nel 1809, la chiesa fu progressivamente abbandonata, tanto che il pontefice Pio IX, durante l’esilio a Gaeta, esortò il re borbonico Ferdinando II a restaurare il complesso in stile neogotico su disegno dell’architetto militare Giacomo Guarinelli.
L’arrivo alla chiesa è caratterizzato da una scalinata monumentale che presenta al centro la statua della “Religione”.
La facciata è caratterizzata dalle statue di Carlo II D’Angiò e Ferdinando II ai lati del portale con al di sotto epigrafi in latino descriventi l’impegno dei sovrani nel costruire e restaurare il complesso; nel timpano l’”Allegoria della restaurazione del papato” e sulla cornice da sinistra a destra le statue di: San Bernardo, Sant’Ambrogio, San Francesco, Sant’Agostino e San Tommaso D’Aquino.
L’interno presenta tre navate di cui quella centrale è arricchita da statue in gesso dei Santi Apostoli sui pilastri, che culminano con quella in marmo del Redentore nell’abside, che presenta in alto un rosone circolare con vetro policromo ed in basso l’altare maggiore in stucco decorato in stile neogotico.
Le navate laterali sono composte da una campata in meno e terminano con degli altari in marmi policromi.
In controfacciata, al di sotto del rosone, è presente il dipinto ottocentesco raffigurante San Francesco che mostra le stimmate (Giuseppe Sabbione).